24 novembre 2019

Alta Provenza: da Digne-les-bain a Manosque

22 aprile
Partiamo di buon mattino verso il Colle della Maddalena, tra avvistamenti fantasma, da parte di Soldato e Kowalsky, di caprioli, marmotte e stambecchi. Trascorriamo la mattinata in auto tra colli e curve fino a Digne dove ci aspetta la prima agognata meta geologica: un'enorme parete di ammoniti patrimonio dell'Unesco. L'entusiasmo di Soldato è quasi incontenibile, tant'è che sostiamo di fronte alle ammoniti per quasi un'ora... nel frattempo il cielo si rannuvola.
La parete di ammoniti.
Proseguiamo il nostro viaggio per raggiungere Castellane, dove trascorreremo la prima notte. Arrivate in paese ci separiamo nei soliti due gruppetti: le stambecchine, Soldato e Kowalsky, decidono di raggiungere la Chapelle Notre-Dame du Roc, una piccola cappella del 1703 abbarbicata su uno spuntone di roccia che si affaccia sulla piazza del paese. Nel frattempo le pigre Rico e Skipper esplorano il paese, tra vicoli e graziosi scorci, per poi dedicarsi a quel che riesce loro meglio: attendere il resto della truppa con un boccale di birra e una porzione di patatine fritte.
La piazza di Castellane sovrastata dallo spuntone di roccia su cui sorge la Chapelle Notre-Dame du Roc.
L'abitato di Castellane visto dalla Chapelle Notre-Dame du Roc.
Quando il gruppo si ricompatta riprendiamo il nostro mezzo per andare alla ricerca del camping che ci ospiterà in una delle sue mobilhome.


17 novembre 2019

I dintorni di Danzica

Nell'estate 2017 Kowalski, in compagnia di Fabio, sceglie di trascorrere qualche giorno di vacanza in Polonia, più precisamente a Danzica e dintorni.
Di Danzica abbiamo già parlato in un precedente post, qui di seguito invece racconteremo brevemente quattro gite giornaliere fatte per visitare: Toruń, il castello di Malbork, il Parco delle dune mobili di Slowiński e la penisola di Hel sul Mar Baltico.

TORUŃ - lunedì 7 agosto 2017

Per recarci a Toruń prendiamo l'intercity delle 7:55 dalla stazione centrale di Danzica (Gdasńk Glówny) con un cambio treno in una cittadina dal nome con tante consonanti e una sola vocale, quindi per noi abbastanza impronunciabile... Bydgoszcz. Arriviamo a destinazione alle 10:50 e dalla stazione di Toruń prendiamo un bus che in 15 minuti porta in centro.

Toruń: la piazza del municipio e Ulica Szroka.

Toruń è una delle poche città polacche i cui edifici sono "sopravvissuti" alla pesante distruzione della Seconda Guerra Mondiale.
La città medievale fu fondata nel 1233 dai cavalieri teutonici, dal 1997 è patrimonio UNESCO. Il centro storico circondato ancora in parte da mura medioevali si visita tranquillamente a piedi in una giornata. 
Iniziamo il tour di visita percorrendo Ulica Szroka, la via principale del passeggio cittadino che attraversa la città vecchia e lungo la quale si affacciano bei palazzi e la piazza del mercato vecchio Rynek Staromejski con il municipio Ratusz, forse l'edificio più bello della città. Di fianco al municipio vi è la statua di Copernico, nato proprio qui a Toruń. Al numero 15/17 di Ulica Kopernika si trova la casa natale dello scienziato.

La statua di Niccolò Copernico.

I bei palazzi di Ulica Szeroka.

Dall'altra parte rispetto al mercato vecchio, al fondo di Ulica Szeroka sulla sinistra attraversiamo la piazza del mercato nuovo svoltiamo poi a destra verso il lungo fiume Vistola che percorriamo, tornando indietro, sino più o meno all'altezza di Ulica Zeglarska. Qui al n. 27 entriamo in un negozio e facciamo scorta di pierniki, i biscotti al panpepato tipici di Toruń che si sfornano secondo un'antichissima ricetta sin dalle origini della città.

Scorta di pierniki.

Lungo fiume Vistola.

Se vi capita non mancate inoltre di assaggiare i pieroghi fritti, una specie di grossi pansotti ripieni nei modi più svariati, dai salati di carne, pesce e verdure a quelli dolci; vengono serviti all'interno di cartoncini arrotolati a forma di cono per gustarli anche passeggiando.

Decidiamo di tornare a piedi verso la stazione, con una passeggiata di circa 40 minuti, percorriamo il ponte che attraversa il fiume e da qui ammiriamo per un'ultima volta la città di Toruń che al tramonto si specchia nelle acque della Vistola.

La città di Toruń dal ponte sulla Vistola.


Castello di Malbork - martedì 8 agosto 2017

Il castello di Malbork, patrimonio UNESCO dal 1997, dista circa 50 km da Danzica.
Alle ore 9:06 eccoci sul treno regionale diretto a Elblag; noi però scenderemo prima, a Malbork appunto. Dalla stazione al castello vi sono circa ancora 10 minuti di passeggiata.

La stazione di Malbork.

Il castello costruito, interamente in mattoni rossi, quasi ottocento anni fa dall'Ordine del cavalieri Teutonici è davvero enorme. Per la visita consigliamo, così come abbiamo fatto noi, di prendere le audioguide e seguire il percorso che dura circa 3 ore; naturalmente la visita potrà essere gestita secondo i propri interessi, soffermandosi quindi nelle parti che più interessano.

Il castello di Malbork sul fiume Nogat.

Il complesso è costituito da: Zamek Niski (castello Basso), Zamek Sredi (castello di mezzo) proseguendo oltre, tra cortili interni, ampie sale e cinta murarie si raggiunge Zamek Wysoky (castello Alto) la parte più antica. Il complesso costituiva una vera e propria città che nel medioevo arrivò a ospitare più di mille persone tra cavalieri, monaci, servitù, ospiti e mercenari chiamati a combattere al fianco dei cavalieri. Intorno al 1400 il dominio dell'ordine ebbe fine e il castello passò sotto il controllo del re e dei principi polacchi, poi alla Prussia. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale fu occupato dai nazisti forse anche per via della fama di castello inespugnabile e subì pesanti bombardamenti a opera dei sovietici.

Le mura più esterne del castello di Malbork.

Parco nazionale delle dune di Slowinski - mercoledì 9 agosto 2017

Questa mattina sveglia all'alba per prendere il treno delle 6:30 diretto a Leba, cittadina che in realtà non è la nostra meta, noi ci dirigeremo verso il Parco Nazionale delle dune mobili più alte d'Europa!
Il viaggio in treno procede bene, tra un sonnellino e uno sguardo fuori dal finestrino per controllare le stazioni che scorrono. Fuori il paesaggio è caratterizzato da una campagna a tratti paludosi con piccole casette circondate da orti. 
Dopo circa 2 ore di viaggio e un cambio treno a Lebork, alle 8:30 arriviamo a Leba che si presenta una cittadina anonima e semideserta.
Per raggiungere il parco in teoria dovrebbero esserci dei pulmini, che noi non troviamo e così decidiamo di incamminarci verso l'ingresso del parco che non appare indicato in nessun cartello, esisterà?
Fiduciosi ci affidiamo alle preziose indicazioni della guida Lonely Planet che indica di seguire per Rabka. Percorriamo circa 3 km immersi in una bellissima pineta sino a quando Fabio non avvista finalmente l'ingresso. Dopo aver percorso ancora un pezzo di strada comodamente seduti su un trenino elettrico, scaliamo a piedi quasi in solitaria le dune. Giunti in cima lo spettacolo che appare davanti ai nostri occhi ci ripaga della levataccia: le nuvole sembrano aprirsi e con l'azzurro del cielo il bianco della sabbia risalta ancor di più in un gioco di colori e contrasti stupendo.

Le dune del parco di Slowinski.

Ciottoli colorati sulla spiaggia del parco.

Dopo qualche ora trascorsa in tutta tranquillità passeggiando sulla spiaggia caratterizzata da una bianca sabbia e da bei ciottoli colorati decidiamo di tornare indietro verso Leba che appare come un'altra località rispetto a quella tranquilla e semi deserta di poche ore prima. Ora infatti è piena di turisti e le saracinesche dei diversi negozi di souvenir sono tutte alzate. Pare quasi di essere in una cittadina della riviera romagnola nel mese di agosto.
Nel caos di Leba, il piccolo porto conserva un sapore antico, con le vecchie barche dei pescatori intenti a sbrigliare le reti e a preparare le imbarcazioni per la prossima uscita in mare.

Il piccolo porto di Leba.

Penisola di Hel - giovedì 10 agosto 2017

Sono le 8:30 e il traghetto per Hel ha appena lasciato l'attracco a Gdansk. ll viaggio durerà più o meno un paio d'ore. La penisola di Hel verso cui siamo diretti è una stretta e lunga lingua di terra, larga da 100 m (nei punti più stretti!) a 3 km. 
Con il traghetto attracchiamo nell'estremità sud della penisola, nel paese di Hel (da cui prende appunto il nome). Si tratta di un luogo da girare senza un preciso itinerario, non vi sono infatti edifici o particolari attrazioni turistiche, il consiglio è quello di passeggiare in tutta tranquillità immergendovi nella pineta, lasciandovi guidare e attrarre dal profumo di mare che esce dai ristoranti.
Il faro di Hel, punto ideale dal quale godere di un'ottima vista sull'intera penisola di Hel.

Per pranzo ci fermiamo al Kutter, una graziosa taverna caratterizzata da tavoli in legno, al fondo della sala vi è un grande acquario posto dentro a una barchetta di legno, appesi al soffitto e alle pareti vi sono vecchie reti e attrezzi per la pesca. Il personale indossa graziosi abiti bianchi e azzurri tipici della Cassubia.

Piatto di golabki.

Dopo pranzo prendiamo al volo un treno locale per tornare verso Danzica, facciamo una tappa intermedia a Jastarnia, un piccolo villaggio di pescatori, caratterizzato da un porticciolo in cui sono ormeggiate bellissime barche dai colori vivaci e accesi perfettamente restaurate. Qui a Jastarnia ci concediamo ben un paio d'ore di vita da spiaggia... stendiamo quindi i nostri asciugamani e tiriamo fuori il freesbe onde evitare di stare fermi per troppo tempo... di fare il bagno non se ne parla proprio... il Mar Baltico risulta troppo freddo per i nostri standard!
Il porto del villaggio di Jastarnia.


Le belle barche di Jastarnia.

Ripartiamo salendo su un treno regionale strapieno diretto a Gadańsk Glowny. Lungo il percorso abbiamo ancora modo di ammirare paesaggi pittoreschi, in alcuni punti il mare è visibile da entrambi i lati: a sinistra vi è il mare del golfo di Danzica e a destra il Mar Baltico.



Consigli in pillole

Pernottamenti. Come già precedentemente detto, abbiamo scelto di dormire in un appartamento (Old Town Veranda Apartment) prenotato tramite airbnb, situato in una tipica casa di Danzica. Si è rivelata un'ottima soluzione, comoda per raggiungere a piedi sia il centro sia la stazione.

Trasporti. Il centro di Danzica si visita tranquillamente a piedi. Per raggiungere i dintorni o vi affidate ai treni, così come abbiamo fatto noi, oppure se preferite potrete affittare un'automobile.
I treni locali sono un po' vintage, ma comunque ben tenuti.

Moneta. In Polonia non c'è ancora l'euro, la moneta locale è lo zlóty. A oggi (novembre 2019) uno zlóty vale circa poco più di 20 centesimi di euro, con una cambio quindi a noi favorevole.
Monete di zlóty.

A tavola. Per quel che abbiamo avuto modo di provare il cibo polacco, o comunque di questa regione della Polonia, non è molto vario, nonostante ciò alcuni piatti vale la pena di gustarli in tutta tranquillità, per esempio non mancate di assaggiare:
- i bigos, il più antico piatto polacco, è uno stufato di carni varie cotto lentamente con crauti bianchi e viola, con l'aggiunta di prugne e pere secche, ginepro e spezie varie.

Bigos, funghi e wuster.

golabki involtini di cavolo ripieni di carne e di riso.

Golabki.

- pieroghi, ravioli salati o dolci ripieni.
- pierniki, sono i biscotti tipici di Torun.
- zuppe varie
- nei piccoli villaggi di pescatori troverete certamente del buon pesce.
Un piatto di salmone e patatine che mi ha proprio soddisfatto!

Nel bicchiere. Naturalmente la wodka e le birre (piwo). Tra le birre commerciali la più buona a nostro giudizio è la Warka, tra le birre artigianali citiamo la Malborskie provata a Malbork.

Locali. Tra quelli in cui siamo stati vi segnalo:
- la Tawerna Mestwin di Danzica in Ulica Straganiarska 20/23
- il Kutter di Hel in Ulica Wiejska
- il Lamus birreria con birre artigianali polacche, frequentato in particolare dai giovani di Danzica, si trova in Lawendowa 8, con ingresso da Ulica Straganiarska

Guide turistiche. Ormai nell'era degli smartphone sempre in mano, per alcuni potrebbero risultare superflue... io personalmente le porto sempre con me, in questo caso eravamo forniti sia della guida del Touring Editore sia della guida Lonely Planet.



10 novembre 2019

Costa Azzurra, ancora una volta!

Ancora una volta sfruttiamo il ponte di Ognissanti 2018 e la casa-base di Rico per goderci uno stacco dalla routine di inizio anno lavorativo e ci dirigiamo tra le nuvole grigie e la pioggerellina autunnale verso Menton e la Costa Azzurra che, questo primo novembre, non è per niente azzurra e risente delle mareggiate che nei giorni precedenti hanno seriamente danneggiato tutta la costa.
Spiaggia di Menton dopo le mareggiate.
La prima giornata di questa nostra mini vacanza si svolge perciò all'insegna del relax: dopo aver fatto spesa al supermercato, apriamo la casetta e prepariamo un pranzo tardo a base di zuppe (pronte) e verdure saltate. Sembriamo particolamente salutiste, ma i nostri sforzi sono vaneggiati dagli sconti che i supermercati francesi offrono su diversi whisky, che diventano perciò parte del nostro pomeriggio di assaggi, fotografie estive, chiacchiere e progetti per i futuri viaggi.

Una volta che il cielo ha scaricato tutta la pioggia che aveva in serbo, ci concediamo una passeggiata in Menton, decidendo di rimanere sull'interno ed evitare il lungomare, non sapendo di preciso in quali condizioni fosse.
Concludiamo il nostro breve giretto verso il porto, osservando i lavori che sono stati fatti sulla spiaggia e speculando sulle prossime aperture di locali vari. 
Il tavolo prenotato al ristorante Leone, alle spalle al monumento commemorativo dedicato alla Regina Vittoria, ci aspetta e noi non amiamo arrivare in ritardo. Usciamo illuminate e satolle grazie alle prelibatezze di pesce che abbiamo ordinato e alla cordialità di tutto lo staff.

Il giorno successivo dedichiamo la mattina allo shopping che ognuna di noi aveva in mente, saltellando di negozio in negozio come bimbe felici. Ma non dimentichiamo che viaggiare significa scoprire nuovi luoghi, perciò dopo un pranzo veloce prendiamo il bus 100 in direzione Nizza e scendiamo poco dopo Beaulieu-sur-Mer con l'intenzione di visitare Villa Ephrussi de Rothschild. Percorriamo un pezzo di statale in direzione Saint-Jean-Cap-Ferrat, comune in cui sorge effettivamente la Villa. Il sito della villa consiglia di prendere il bus 81 per raggiungerne l'ingresso, ma è un percorso fattibile anche a piedi, fornito di marciapiedi e attraversamento pedonale. Raggiungiamo la villa che è quasi il tramonto perciò scegliamo di visitare per prima cosa i magnifici giardini, suddivisi in aree tematiche, da cui si gode una meravigliosa vista su entrambi i lati del promontorio. La grande vasca centrale ci delizia con i suoi giochi d'acqua musicali e, nonostante sia abbastanza affollata, ognuno trova spazio per godere della vegetazione e del panorama. L'aria si fa fresca e ci spostiamo all'interno della villa seguendo il percorso proposto dall'audio-guida compresa nel costo del biglietto e conosciamo la figura di Béatrice Ephrussi de Rothschild, personaggio tanto affascinante quanto curioso.
Lasciamo la Villa al crepuscolo, ammirando affascinate le luci che punteggiano la costa e rientramo a casa seguendo il percorso contratrio all'andata.
La villa Ephrussi de Rothschild vista dai giardini.

L'ingresso della villa.
Il terzo giorno il tempo è incerto, perciò decidiamo di spostarci verso l'interno e, con l'auto, ci dirigiamo verso Vence, scegliendo di evitare l'autostrada ma anche la Basse Corniche che attraversa Montecarlo. Il percorso scelto dal navigatore è agevole e ci permette di ammirare il paesaggio dalla Haute Corniche; nonostante temessimo il traffico attraversando Nizza, scopriamo che la serie di corsi ad alto scorrimento che la attraversano e la tangenziale che imbocchiamo subito dopo sono estremamente utili. In proporzione troviamo più traffico a Cagne-sur-Mer, dove lasciamo la costa per dirigerci nell'entroterra. Vence, la nostra meta, è un grazioso borgo arroccato di cui, salendo, non si vedono le mura. Abbiamo pensato che la guida ci avesse prese in giro ma così non è stato. Il centro storico è un susseguirsi di viuzze, passaggi e piazze curate e colorate di fiori, nonostante questo sia l'ultimo fine settimana della stagione turistica. Curiosiamo infilandoci ovunque ci porti il cuore e, all'interno della chiesa, visitiamo al piano superiore una esposizione di statue lignee di fattura popolare usate per la Via Crucis. Scegliamo per pranzo un grazioso ristorante che sembrava stesse aspettando proprio noi nel dehor. Cerchiamo poi, per smaltire il pranzo e fare ancora una passeggiata prima del ritorno, la cappella progettata e decorata da Henri Matisse, ma ci limitiamo ad osservarne solo l'esterno a causa del grande affollamento. 
La mairie (municipio) di Vence.
 
Riprendiamo l'auto e, sulla via del ritorno, decidiamo di fermarci ad Eze Village per una rapida quanto ventosa visita. Lasciata l'auto nel parcheggio a pagamento ai piedi della salita che porta al borgo antico, ci inerpichiamo tra vie e scale al suo interno. Purtroppo alcuni punti panoramici sono chiusi a causa dell'ora (giardino botanico) o del periodo (chiusura per ferie prima delle vacanze natalizie), perciò ci limitiamo a vagare su e giù lasciandoci portare dal vento e dalle luci che illuminano sapientemente le mura. 
Tramonto dal giardino botanico di Eze-su-mer.
L'ultimo giorno il cielo è nuovamente grigio e ci permette solo una rapida passeggiata, in parte sul lungo mare, in parte nell'interno, in compagnia degli zii di Rico, con i quali ci rifugiamo per un aperitivo in Place du Cap, poichè veniamo sorpresi da un violento temporale. La nostra vacanza termina così come è iniziata, tra nuvole cariche di pioggia che ci accompagnano per tutto il viaggio verso casa. 

03 novembre 2019

Poitou-Charentes: gran finale!

12 agosto 2008
Di buon mattino carichiamo la Multipla e imbocchiamo la via del ritorno. Ma dato che a noi le cose semplici e scontate non piacciono, cerchiamo una strada "alternativa" per tornare in Italia. Il nostro rientro si trasforma quindi in un coast to coast della Francia, rientrando in Italia dalla Costa Azzurra!
Ci spostiamo in direzione sud, imbocchiamo la A10-E05 e all'ora di pranzo usciamo a Bordeaux (183 km da La Rochelle). Prima che inizi a piovere, consumiamo un rapido pranzo al sacco nei giardini dell'Esplanade des Quiconces, che si apre verso le rive della Garonna, per poi partire all'esplorazione della città. Bordeaux è molto bella, con palazzi nobili e ben conservati. Ammiriamo Place de la Bourse, la torre dell'orologio, la Chatédrale di Saint-André e la Tour Pey-Berland, la casa di Goya, il Teatro.

Place de la Bourse.

Chatédrale di Saint-André.

Risaliamo in auto per altri 264 km sulla A62-E72 fino a Toulouse, meta scelta per il nostro pernottamento.

13 agosto 2008
Dato che la sera non abbiamo avuto tempo per apprezzare la città, decidiamo di visitarla in mattinata.
Toulouse, la ville Rose per il colore dei mattoni delle sue case, è una città giovane, multiculturale e vivace, ma la ricordiamo anche un po' sporca e trascurata. Iniziamo la visita da Place du Capitole, su cui si affaccia il municipio, il Capitole. Ci spostiamo poi alla chiesa Les Jacobins, che all'esterno sembra una gigantesca fortezza rettangolare, mentre l'interno è molto particolare: uno spazio unico, suddiviso da una fila centrale di colonne che sostengono una volta simile a fronde di palma. Passeggiamo ancora un po' per le vie del centro fino a Pont Neuf, prima di rimetterci in viaggio.

Le vie "rosa" di Toulouse.

Place du Capitole.

Interno della chiesa Les Jacobins.

Con parecchie ore di auto (lungo la A61-E80 e poi la A9-E15), nel tardo pomeriggio arriviamo ad Avignon. Dopo una doccia rigenerante in hotel, ci tuffiamo nel suo centro storico: ammiriamo il  famoso Palazzo dei Papi, solo dall'esterno per ragioni di tempo, Place de l'Horloge, vivace e piena di caffè, su cui sorgono l'Hotel de Ville, la torre dell'orologio e l'Opéra. Sulle rive del Rodano c'è anche una ruota panoramica e due di noi si concedono un giro, per ammirare la città da un'insolita prospettiva.

 Avignon vista dalla ruota panoramica.

Per la cena ci spostiamo nel vicino borgo fortificato di Villeneuve-Les-Avignon, meno noto e quindi più tranquillo di Avignon, ma con cui può assolutamente competere in bellezza.


14 agosto 2008
Ripartiamo in direzione Costa Azzurra, per fermarci a Menton, dove i genitori di Rico, in villeggiatura, ci rifocillano a dovere. Nel pomeriggio tutte le pinguine sono depositate a casa, stanche ma felici di questo viaggio che nelle intenzioni doveva essere un po' più tranquillo e rilassante, ma forse ci siamo fate prendere un po' la mano dalle bellezze che ci circondavano ed è diventata un'avventura che ha coperto quasi tutte le regioni della Francia!