01 dicembre 2019

Alta Provenza: Luberon e ritorno

24 aprile
Dopo una bella dormita nella nostra graziosa casetta, apriamo le imposte e... piove di nuovo! Non ci lasciamo scoraggiare, saliamo in macchina e ci immergiamo in un paesaggio surreale fatto di nuvole basse e curve fino a raggiungere l'Abbazia di Senanque.
Parcheggiamo l'auto quando ha appena smesso di piovere e riusciamo a raggiungere la biglietteria poco prima che si scateni un nuovo acquazzone; così ci possiamo dedicare con tutta calma alla visita della piccola abbazia, fondata quasi mille anni fa, e soprattutto allo shopping nel negozietto attiguo.
Il chiostro dell'Abbazia di Senanque.
Quando terminiamo la visita, complice anche il vento che si è alzato, il cielo è di un bell'azzurro punteggiato da qualche nuvola. Così ci concediamo una breve passeggiata nel parco che circonda il complesso dell'abbazia alla ricerca del famoso scorcio con il campo di lavanda, vista la stagione non possiamo vedere le piante fiorite ma riusciamo facilmente a immaginare il meraviglioso effetto nella stagione estiva.
Futura lavanda davanti all'abbazia, il più celebre scorcio di Senanque.
Soddisfatte della nostra mattinata, riprendiamo l'auto per raggiungere il paesino di Gordes che raggiungiamo proprio all'ora di pranzo. Dopo una breve esplorazione dei locali della Place du Chateau optiamo per un piccolo bistrot con vista sul castello. Poi, rinvigorite dal nostro pranzetto iniziamo l'esplorazione di Gordes. Il paese è molto grazioso: i vicoli seguono le pendici della collina, il castello ospita il museo cittadino e un fornitissimo ufficio del turismo, le terrazze panoramiche offrono uno splendido affaccio sulla campagna circostante. Tutto è curato, pulito e sferzato dal vento.
Dessert con vista sul castello di Gordes.
Passeggiando a Gordes.

Una piccola curiosità cinematografica: Gordes è stato uno dei set principali del film "Un'ottima annata" con Russel Crowe.
Dato che, come sempre, il nostro programma è molto fitto torniamo alla macchina per raggiungere la tappa successiva della giornata ed è proprio in questo momento che Gordes ci fa un ultimo regalo: il panorama del paese visto dal versante opposto ci lascia senza fiato! Così accostiamo un po' precariamente l'auto e Rico e Kowalsky si precipitano a catturare il panorama.
Panorama su Gordes.
Con gli occhi a cuoricino per il magnifico spettacolo appena visto proseguiamo in direzione Village des Bories, un museo a cielo aperto costituito da circa 20 casette in pietra a secco comparse per la prima volta in questa zona durante l'età del bronzo. Nei secoli successivi sono state abitate con continuità fino al XVIII secolo e le attuali casette sono frutto di un restauro di circa 150 anni fa.
Le Village des Bories.

Un paio di avvertenze sul Village: non si deve, per nessun motivo, scalare o salire sulle costruzioni essendo in pietra a secco è facilmente intuibile il perché. Seconda cosa, la strada per raggiungere il sito è strettissima, quindi procedete con estrema cautela.
L'ultima tappa della nostra intensa giornata è Roussilon. Qui, appena giunte al parcheggio, abbiamo un colpo di fortuna: un signore gentilissimo che sta andando via ci regala un biglietto giornaliero del parcheggio che lui non userà più.
Questa buona azione ricevuta ci riempie di gioia e ci incamminiamo verso il centro del paese con grandi aspettative. Non veniamo deluse, ma arrivate alla piazza del mercato e alla prima terrazza panoramica siamo un po' assetate, quindi ci concediamo una sosta con vista sulle ocre rosse.
Primo avvistamento di ocre rosse a Rousillon.

Reidratate e riposate decidiamo di percorrere una parte del Sentir des ocres fino alla seconda terrazza panoramica da cui possiamo ammirare il centro di Roussilon, che raggiungiamo subito dopo per dedicarci a un po' di sano shopping (tra cui delle splendide decorazioni per l'albero di Natale in terracotta) e a gironzolare per le viette.
Le case rosse di Rousillon.

Terminata la visita, torniamo al parcheggio, ma prima di ripartire, decidiamo di cedere il biglietto del parcheggio ad una coppia di turisti e quindi ritorniamo verso Manosque.

25 aprile
Buona festa della liberazione! e... buona giornata internazionale del pinguino!
Ci svegliamo presto per questa giornata di scoperte e festa, ripercorriamo la stessa statale di ieri e, grazie alla bella giornata di sole, finalmente riusciamo a godere del panorama che ci allieta fino a Rustrel dove imbocchiamo la deviazione per la nostra meta.
Arrivate al parcheggio del Colorado provenzale troviamo la prima coda della nostra vacanza, ma per fortuna viene smaltita in fretta e possiamo incamminarci senza perdere troppo tempo.
Il Colorado provenzale è una miniera di ocra in disuso visitabile percorrendo alcuni sentieri tra la vegetazione e i vecchi siti di estrazione. Noi decidiamo di percorrere il sentiero più lungo (circa 1,5 km) per poter ammirare tutte le sfumature dell'ocra.
Le sfumature dell'ocra nel Sahara del Colorado provenzale.
I camini delle fate.

Avvertenza: l'ocra è estremamente fine e si attacca facilmente a scarpe e vestiti, inoltre essendo un pigmento colora (anche permanentemente) i tessuti, mettete indumenti e scarpe comode ma vecchie che si possano rovinare.
La bella passeggiata ci ha aperto il cuore e lo stomaco, quindi approfittiamo dei tavoli attrezzati nel parcheggio per consumare il nostro pic-nic della festa, purtroppo il tempo ha deciso di non collaborare e mentre mangiamo il alza un vento gelido che ci fa correre in auto per cercare un po' di calore.

Indecise su come proseguire la nostra giornata consultiamo la nostra guida e scopriamo che a pochi chilometri da noi si trova un mulino a vento!
Seguiamo il navigatore fino all'abitato di Saint Saturnin les Apt e da qui il cartelli stradali che segnalano il mulino, ma dopo un paio di curve le indicazioni spariscono mentre noi proseguiamo sulla strada provinciale, che curva dopo curva risale tutta la collina. Dopo quasi 30 minuti, un po' scoraggiate decidiamo di tornare sui nostri passi per visitare il paese, giunte quasi a fondovalle all'altezza dell'ultimo cartello ecco come per magia apparire il mulino a vento!
Il mulino a vento.

Scendiamo dall'auto mentre il vento cresce di intensità e alcuni nuvoloni neri si avvicinano, ma riusciamo comunque a fare un breve tour intorno al mulino e ad esplorare l'area circostante per ammirare l'abitato di Saint Saturnin les Apt dall'alto.
Saint Saturnin les Apt vista dall'alto.

Quando siamo ormai troppo infreddolite per resistere, risaliamo in macchina per spostarci in paese, dove facciamo una breve visita solitaria e una sosta merenda nell'unico bar che troviamo aperto.
Sulla via del ritorno ci fermiamo in una cantina con la speranza di fare una degustazione, ma purtroppo ci informano che in questo periodo dell'anno le degustazioni vengono organizzate solo nel fine settimana. Dato che, quando si parla di bere e di mangiare, non è facile scoraggiarci mentre ritorniamo verso il Colorado ci fermiamo in un frantoio con vendita diretta in cui facciamo una doppia degustazione di vino e olio (oltre a fare acquisti).
I vini del Colorado.
Ora che anche l'ultima missione della giornata è completata possiamo rientrare nella nostra base di Manosque per fare le pulizie e i bagagli. Poi ci avventuriamo in centro paese... anche se l'esperienza è da dimenticare, non riusciamo neanche a trovare un bel ristorante per cenare quindi optiamo per il Courtepaille in periferia.

26 aprile

È arrivato il giorno del rientro, carichiamo l'auto con bagagli e acquisti e prendiamo la statale in direzione Forcalquier. La strada taglia campi verdi e costeggia paesini arroccati sulle colline e ci prepara alla meraviglia della nostra meta.
Forcalquier è una piacevole sorpresa, sorge su uno sperone di roccia circondato da campi di girasole (quando è la stagione giusta). Per prima cosa percorriamo la ripida scalinata che conduce alla cappella ottagonale che sovrasta il villaggio. In estate è possibile assistere a concerti del carillon gigante installato accanto alla cappella.

La cappella Notre-Dame de Provence.
Godiamo del panorama stupendo, fino a quando non decidiamo di procedere con la visita anche del villaggio. Passeggiamo tra i vicoli che si stanno animando e rimaniamo piacevolmente colpite dalla cura di ogni piccolo scorcio. La visita meriterebbe di essere più approfondita ma la strada del ritorno è ancora lunga quindi, a malincuore, riprendiamo la nostra macchina per raggiungere la tappa successiva: Sisteron.
La considerazione principale che possiamo fare è... aveva ragione la guida che definisce il paese sciatto e anonimo con l'eccezione del castello (che non abbiamo il tempo di visitare). Non possiamo che concordare aggiungendo alle note positive l'enorme affioramento che taglia la valle, in fondo tre di noi sono geologhe!
La rupe di Sisteron.

Fuggiamo da Sisteron e andiamo alla ricerca di un'area attrazzata per poter consumare il nostro pic nic, l'impresa non si rivela semplicissima e dobbiamo percorrere parecchi chilometri prima di trovare una piazzola in cui fermarci. Ci sistemiamo, apparecchiamo e iniziamo a mangiare; quando siamo a circa metà pasto il cielo si rannuvola improvvisamente e inizia a cadere una pioggia fine e gelida, ma mangiare è più importante. Quindi restiamo sedute e apriamo gli ombrelli, semplice ma funzionale!
Pinguine, cibo e pioggia.

Dopo questo assurdo pranzo, riprendiamo la strada per ritornare a casa. Al colle della Maddalena riceviamo l'ultimo regalo della vacanza: una nevicata tardiva.
Il Colle dalla Maddalena sotto la neve.

Nessun commento:

Posta un commento