27 gennaio 2018

Cracovia, per non dimenticare

Ho sempre desiderato visitare Cracovia, è un desiderio che nasce dal mio interesse per la storia della seconda guerra mondiale, dalla passione per il cinema e dall'aver ascoltato le canzoni di Guccini sin da bambina; è un desiderio che ho condiviso con i miei genitori per lungo tempo e lo scorso ottobre ho avuto la possibilità di realizzarlo proprio insieme a loro. Così un anno dopo essere stati a Berlino, grazie a un viaggio organizzato, siamo volati in Polonia.

7 ottobre 2017
La partenza è fissata per la mattina di sabato dall'aeroporto di Milano Malpensa, così dopo aver lasciato l'auto al parcheggio ci rechiamo al terminal e ci imbarchiamo. Facciamo la conoscenza dei nostri compagni di viaggio solo all'arrivo a Cracovia, tutti insieme ci trasferiamo in hotel e dopo un rapido pasto ci spostiamo con i mezzi pubblici verso il centro città.
Giunti in centro iniziamo un tour con una guida locale che ci illustrerà i monumenti principali e la storia della città, il tutto arricchito da simpatici aneddoti e curiose leggende. 
Lungo la Vistola, panorama della collina del Wawel su cui si riconoscono la cattedrale e il castello.
La nostra prima tappa è bulwar Czerwienski (come avrete capito il polacco non è proprio una lingua semplice) da cui possiamo ammirare il complesso del castello del Wawel e il lungo Vistola, che percorriamo fino ad arrivare alla statua del drago simbolo di Cracovia. La leggenda narra che in una grotta sotto il castello vivesse un drago molto ghiotto di fanciulle e che solo la furbizia di un semplice giovanotto, che imbottì di zolfo una pelle di agnello, salvò la città. 
Ogni cinque minuti circa il drago Wawel sputa fuoco.
Proseguiamo la visita risalendo la collina per ammirare la cattedrale e il cortile del castello, il quale è stato progettato da architetti italiani rinascimentali che dovettero adattare i progetti in voga nel nostro paese con le esigenze polacche. Infatti per poter avere una maggiore luce, il piano nobile è stato spostato al secondo piano e le colonne sono doppie.
Scendiamo dalla collina del Wawel per imboccare ulica Kanonicza, la via più antica della città dove, al numero 19, ha sede l'Arcivescovato in cui prestò servizio Papa Giovanni Paolo II. Continuiamo a percorrere il centro storico (quasi interamente pedonale) tra viette in acciottolato e piazze lastricate fino a raggiungere il Collegium Maius, la più antica università della Polonia. Dove dal 1491 al 1495 studiò Niccolò Copernico e dove il 6 novembre 1939 l'intero corpo docente fu deportato dai nazisti perché avevano deciso di ricominciare i corsi universitari, contravvenendo agli ordini del Reich.
Il cortile del Collegium Maius.
Mentre le ombre iniziano ad allungarsi raggiungiamo Rynek Glowny (piazza del mercato), centro culturale della città, la piazza è un enorme quadrato di 200 metri di lato con al centro la bellissima struttura del mercato coperto, una volta sede del mercato delle stoffe ora di negozietti di souvenir più o meno pregiati. Da un lato della piazza c'è la torre del municipio (unica parte rimanente, il resto è stato demolito nel 1820) e dall'altra la medioevale basilica di Santa Maria con i due campanili diversi.
Basilica di Santa Maria.
Percorriamo ancora via Florianska fino all'omonima porta, dove la guida ci saluta e il gruppo si separa per cenare e fare ritorno in hotel per la notte.

8 ottobre 2017
La mattina è libera, quindi decidiamo di svegliarci presto e di visitare la fabbrica/museo di Schindler.
Abbiamo prenotato i biglietti per il primo ingresso della giornata perché abbiamo poco tempo, ma si rivelerà una mossa astuta perché gli accessi al museo per ogni giornata sono limitati. Appena scesi dal taxi che ci ha portato fin qui veniamo subito riportati indietro nel tempo, la facciata della fabbrica non è cambiata e sembra di rivedere il film Schindler's list scorrere davanti ai propri occhi (Spielberg ha girato il film a Cracovia).
La facciata della Deutsche Emailwarenfabrik di Oskar Schindler, in via Lipowa 4.
Il museo ripercorre la storia della città durante l'occupazione nazista, seguendo un percorso tematico che affronta tutte le sfere della vita quotidiana. Come è facile immaginare viene dato un ampio spazio alla deportazione ebrea nel ghetto della città, alla creazione e utilizzo del campo di Plaszow e al ruolo di Oskar Schindler.
Quando terminiamo la visita e usciamo dal museo inizia a piovere, quindi approfittiamo di un mini-taxi/golf car per una visita guidata del ghetto e del quartiere ebraico Kazimierz. Veniamo guidati dentro una delle pagine più orribili della storia europea e contemporaneamente nei luoghi usati da Steven Spielberg per raccontarcela. Scopriamo aneddoti e piccoli gioielli e come cattolici ed ebrei in passato condividessero spazi e cultura, vediamo come la città è cresciuta e si è trasformata; sfortunatamente essendo domenica non riusciamo a visitare nessuna chiesa (in Polonia sono molto religiosi) e non abbiamo abbastanza tempo per visitare una sinagoga.
Porzione originale del muro del ghetto.
Chiesa di San Giuseppe, durante la guerra le case a sinistra della chiesa erano parte del ghetto in particolare nella prima viveva il registra Roman Polanski.
Terminiamo il nostro mini tour nella piazza del mercato e approfittiamo della breve pausa prima di ricongiungerci con il nostro gruppo, per curiosare in alcuni mercatini, gustare un ottimo vino caldo e acquistare qualche souvenir. Pranziamo rapidamente insieme al resto del gruppo e poi partiamo alla volta di Wieliczka, dove visitiamo le miniere di sale Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco.
Statua di Casimiro il Grande interamente realizzata in sale.
Il viaggio nel cuore della Terra inizia percorrendo una lunghissima scala a chiocciola che scende per oltre 60 metri e un totale di 378 gradini, giunti al primo livello si percorrono ampi corridoi che collegano enormi stanze, decorate da sculture realizzate nel tempo dai minatori. Infine raggiungiamo il "pezzo forte" del percorso di visita, a 135 metri di profondità, la suggestiva e incantevole cappella in cui tutto, muri, pavimenti, bassorilievi e perfino lampadari, è realizzato in sale. Uno spettacolo che mozza il fiato e incanta.
Risaliamo in superficie con un vecchio e minuscolo ascensore minerario e riprendiamo il bus che ci riporta in città, dove ceniamo prima di tornare in hotel per la notte.
La cappella della miniera di sale.

9 ottobre 2017

Nella tarda mattinata di lunedì 9 ottobre l'autobus viene a prendere il gruppo e si dirige verso il paesino di Oswiecim; il suo nome polacco forse è poco noto, ma il nome tedesco che ha assunto, dopo il settembre 1939, è tristemente più famoso: Auschwitz.
Non è facile trovare le parole per descrivere quello che significa visitare un luogo in cui l'orrore è stato fondamenta di ogni edificio. Più che un momento di visita, è un momento di riflessione, di crescita personale; è una tappa che nella vita si deve percorrere perché non possiamo prenderci il lusso di dimenticare di cosa l'essere umano è capace quando si crede superiore ad un altro, quando perde la compassione e l'empatia, quando prevarica i diritti.
Le quasi cinque ore trascorse tra Auschwitz I e Birkenau sono un viaggio nel tempo, nel terrore e nell'orrore, spesso è difficile trattenere le lacrime, sicuramente sarà impossibile dimenticare.

10 ottobre 2017
Ultima mattinata in città, ne approfittiamo per fare un nuovo breve tour del centro, visitiamo la cattedrale, facciamo gli ultimi acquisti e poi raggiungiamo l'aeroporto per il volo di rientro.

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