19 gennaio 2020

Alla scoperta della Basilicata

Da quando abbiamo sconfinato per raggiungere la splendida Matera durante la nostra vacanza in Puglia, a me e alla mia amica Elisa è rimasta la curiosità di scoprire anche il resto della Basilicata. Decidiamo quindi di tornarci, usando la formula treno+auto già collaudata. Come periodo scegliamo la prima metà di luglio, appena finiti gli impegni lavorativi. 
Partiamo giovedì 4 luglio con l'Intercity notte da Torino Porta Nuova delle ore 21.55, e arriviamo a Napoli Centrale alle 8,17. Alle 8,50 siamo sull'Intercity per Taranto, che ci lascia a Potenza intorno alle 11.00. Ci sono anche altre soluzioni con i treni ad alta velocità, eventualmente affittando l'auto a Salerno. Per prenotare i treni e usufruire di eventuali offerte bisogna comunque aspettare che esca l'orario estivo. 

5 luglio 2019
Arrivate alla stazione di Potenza chiamiamo l'autonoleggio più vicino e più conveniente, che è l'Europcar, per verificare la disponibilità di auto adatte alle nostre esigenze. Ci incamminiamo, in linea d'aria google maps ci da 1 km, 10 minuti...peccato che Potenza sia tutta saliscendi, la città delle scale, e con le valigie ci mettiamo un po' più del previsto!
Ritiriamo un pandino che per due persone e per le strade non sempre agevoli della Basilicata si rivelerà l'ideale.
Visto che si è fatta l'ora di pranzo ci facciamo consigliare un locale dall'impiegata dell'autonoleggio che ci manda alla trattoria di Zi Mingo, giusto sulla strada che percorriamo noi. La Basilicata ci accoglie subito con scamorza e caciocavallo alla piastra!
Usciamo da Potenza in direzione Melfi e poco dopo ci fermiamo a Castel Lagopesole, grazioso borgo con un castello in cima al cucuzzolo della collina. Purtroppo il castello apre alle 16.00 e per ragioni di tempo non riusciamo a visitarlo all'interno.
Veduta di Castel Lagopesole.

Giungiamo a Melfi, città più grande e trafficata. Passeggiamo per le vie del grazioso centro storico e raggiungiamo l'imponente castello normanno circondato da mura. Decidiamo di entrare e acquistiamo il biglietto cumulativo che ci permetterà di visitare anche il castello e l'area archeologica di Venosa il giorno successivo. All'interno è ospitato il Museo Archeologico Nazionale del Melfese, una collezione di reperti rinvenuti nei dintorni, e il sarcofago di Rapolla, uno splendido sarcofago romano.
Il castello normanno di Melfi.

Il centro di Melfi visto del castello.

Nel tardo pomeriggio ci spostiamo a Venosa, dove abbiamo prenotato nel centro storico un grazioso b&b  per due notti. La sera ceniamo in un locale dietro al castello e facciamo una piacevole passeggiata nel centro storico, godendoci un po' di fresco.


6 luglio 2019
Stamattina ci dedichiamo alla scoperta di Venosa, iniziando dal castello, sede del Museo Nazionale, che conserva ricche testimonianze della colonia romana. Gironzoliamo poi per le viuzze del centro fino a raggiungere la Concattedrale di S. Andrea e la piazza dedicata a Quinto Orazio Flacco, grande poeta latino che proprio qui ebbe i suoi natali.
Concattedrale di S. Andrea a Venosa.
Visto che inizia a fare caldo decidiamo di rimandare la visita dell'assolato parco archeologico al tardo pomeriggio, e di spostarci in auto per esplorare i dintorni di Venosa.
Ci dirigiamo così verso Acerenza, percorrendo una strada che attraversa dolci colline tappezzate di campi di grano ormai tagliato alternati a zone boschive. Acerenza si trova sulla cima di una collina ed è dominata dall'imponente mole della cattedrale romanica che troneggia nel centro storico. Passeggiando per le vie del centro proviamo però una sensazione di solitudine e di abbandono, ed è un vero peccato per questo paese che è nella classifica dei "Borghi più belli d'Italia".
Cattedrale di Acerenza.


Rientriamo a metà pomeriggio a Venosa per visitare il parco archeologico in località S. Rocco. La visita inizia in mezzo ai resti dell'antica città romana e delle sue terme, con mosaici originali, per concludersi nella suggestiva chiesa dell'Incompiuta e nell'Abbazia della Santissima Trinità.
Il parco archeologico di Venosa. 

La sera facciamo ancora una passeggiata nel centro e ceniamo in una pizzeria nell'animata piazza davanti al castello.

7 luglio 2019
Caricati i bagagli in auto lasciamo Venosa per dirigerci verso il Parco Regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane. Percorriamo la Superstrada Oraziana fino a Potenza e poi imbocchiamo la Strada Statale Basentana fino all'uscita di Albano di Lucania. Lasciate le strade a scorrimento veloce troviamo subito una salita ripida a tornanti che ci conduce a Campomaggiore, il paese più piccolo della Basilicata. Noi vogliamo però raggiungere ciò che resta della città vecchia, abbandonata nel 1885 a causa di una frana. Non senza difficoltà, schivando svariate buche della strada dissestata, arriviamo al parcheggio poco sopra le rovine del vecchio nucleo abitativo. Il colpo d'occhio è insieme affascinante e impressionante: ruderi di case immerse in un paesaggio collinare brullo e arso dal sole. Purtroppo non riusciamo ad addentrarci nelle sue vie a causa di un cancello chiuso e da quattro cani da guardia. Verso la fine di agosto si tiene proprio in questo suggestivo scenario un'importante manifestazione La Città dell'Utopia, con diversi spettacoli.
Resti di abitazioni e della chiesa di Campomaggiore.
Visto che la città nuova sembra alquanto deserta, decidiamo di andare a pranzare a Pietrapertosa. Si tratta di uno dei paesi più noti delle Piccole Dolomiti Lucane, soprattutto per il volo dell'angelo: un volo attaccati ad un cavo d'acciaio sospeso tra le vette di Pietrapertosa e Castelmezzano, dall'altra parte della valle.
 La partenza del volo dell'angelo.


Noi ovviamente ci accontentiamo di guardare i numerosi coraggiosi che si cimentano in questa adrenalinica avventura, e scopriamo che vale comunque la pena di visitate il paese, arrampicato sotto spettacolari pareti rocciose e circondato da bellissime montagne, uno dei "Borghi più belli d'Italia". Dopo esserci rifocillate a dovere, ci arrampichiamo fino all'ingresso del castello saraceno, scavato nella roccia, per poi ridiscendere nelle viuzze del centro storico. Ci colpisce in particolare l'Arabata, il quartiere più antico che ci svela le origini arabe di Pietrapertosa. Sembra di essere catapultati indietro nel tempo, con signore anziane vestite di nero col velo sulla testa, che ti salutano mentre chiacchierano sull'uscio di casa.
L'incredibile posizione di Pietrapertosa.

Per il pernottamento abbiamo prenotato un B&B a Castelmezzano e per raggiungerlo ci consigliano di non tornare indietro, ma di percorrere una strada più breve: la via del bosco. Il percorso è molto panoramico, con un bellissimo colpo d'occhio su entrambi i versanti della valle, ma bisogna fare un po' di attenzione al manto stradale in alcuni punti dissestato.
Panorama sulla valle: a sinistra Castelmezzano a destra Pietrapertosa.
Dopo un po' di riposo e una doccia rigenerante, usciamo alla scoperta di Castelmezzano e alla ricerca di un locale per cenare. Il paese, anch'esso uno dei "Borghi più belli d'Italia", ci accoglie con famiglie a passeggio, bambini che giocano al pallone nella piazza davanti alla chiesa e molti turisti stranieri. Per non parlare del panorama: il paese, fatto di ripide scale e vicoli stretti, è costruito sotto pareti di arenaria modellate dagli agenti atmosferici.

Panorama di Castelmezzano.

Durante la cena al Pub Peperusko, dove gustiamo un tagliere misto di prodotti locali annaffiato con il vino Aglianico, scopriamo anche che qui è stato girato il film "Un paese quasi perfetto" con Fabio Volo. Prima di rientrare facciamo ancora una passeggiata per godere del fresco della sera e ammirare splendidi scorci.
Castelmezzano la sera.

8 luglio 2019
Dopo una ricca colazione a base di torte fatte in casa, si riparte direzione mare! Decidiamo però di non imboccare la più scorrevole Strada Statale Basentana, ma di percorrere strade secondarie, più panoramiche. Ci dirigiamo infatti verso Accettura e poi Stigliano, attraversando il parco regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane, tra foreste rigogliose e vacche podoliche al pascolo. In realtà ci aspettavamo qualcosa di più dal punto di vista paesaggistico, ma non ci facciamo scoraggiare e proseguiamo verso Aliano, dove il paesaggio cambia completamente: siamo circondate da calanchi.
I calanchi di Aliano.
Aliano è arrampicato su un colle argilloso che domina la Val d'Agri. Proprio le colline argillose hanno dato luogo alla formazione di spettacolari calanchi. Più forse che per il paesaggio, Aliano è conosciuto per essere l'ambientazione del libro "Cristo si è fermato a Eboli" di Carlo Levi, che qui trascorse parte del suo confino e vi si fece seppellire. Gironzolando per le viuzze del suo centro storico si trovano continui riferimenti al libro. Peccato però che sembri quasi un paese fantasma: in giro si incontra solo qualche anziano e i locali sono tutti chiusi. Troviamo giusto una panetteria dove riusciamo a comprare dell'ottima pizza per pranzo!

Panorama dal centro storico di Aliano.
Nella calura pomeridiana proseguiamo verso Alianello, lungo la strada panoramica dei calanchi, fermandoci di tanto in tanto ad ammirare e fotografare il paesaggio, per poi raggiungere Craco.
Calanchi a perdita d'occhio.
A causa di una frana il nucleo originario di Craco è stato abbandonato a partire dagli anni '60 del secolo scorso, l'ultimo residente se n'è andato negli anni '90, e parte dei suoi abitanti si è trasferita a valle, a Craco Peschiera, paese-dormitorio sorto proprio per ospitare gli sfollati. Il borgo fantasma è rimasto praticamente intatto ed è diventato meta turistica nonché set cinematografico per vari film come "Cristo si è fermato a Eboli"  e il più recente "Basilicata coast to coast". Un'associazione che si occupa del recupero e della salvaguardia del centro storico organizza, su prenotazione, visite guidate nella parte messa in sicurezza, da soli non è possibile accedervi. Decidiamo di non farci scoraggiare dal caldo e prenotiamo la visita alle 17.45, sperando che intanto la temperatura scenda un po', e ci prendiamo una bibita fresca al chioschetto. La decisione si rivelerà saggia: la visita è molto interessante e di notevole impatto emotivo: la guida ci racconta la storia del paese, i vari tentativi per cercare di fermare il movimento franoso, e le difficoltà di oggi per salvaguardare questo patrimonio.
Veduta di Craco arrivando da Craco Peschiera.

La visita nel borgo fantasma.
In tarda serata raggiungiamo finalmente il B&B a Marina di Pisticci.


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