24 marzo 2019

A passeggio per Vancouver

Dopo una lunghissima pausa di pubblicazione abbiamo deciso di tornare alla grande con il diario di viaggio della vacanza estiva di Skipper e Rico a Vancouver, nella regione del British Columbia in Canada.

21 agosto  2018
Di buon mattino inizia la nuova avventura, partendo dal campo base dei genitori di Rico in Costa Azzurra: Rico, Skipper e la nuova recluta Francesca lasciano l'Europa dall'aeroporto di Nizza in direzione Vancouver. 
Dopo aver effettuato il check-in e aver abbandonato i bagagli sul nastro trasportatore, c'è tutto il tempo per lasciarsi affascinare dal sorgere del Sole sul mare della baia di Nizza e fare una colazione burrosa in pieno stile francese. 
Sorge il sole sull'aeroporto Nice Cote d'Azur e inizia una nuova avventura.

Appena imbarcate sul velivolo della compagnia AirCanada Rouge, ecco il primo imprevisto della giornata: niente schermi. Per un volo di più di 8 ore, non avere film da guardare se non scaricando la app su un dispositivo personale fa diventare lunga l'idea del viaggio. Poco dopo ecco il secondo imprevisto: volo in ritardo. La causa? Bagagli smarriti a quanto pare. Pazienza. L'equipaggio passa tra i sedili fornendo poche informazioni ma copiose dosi di acqua. Una volta in volo si trova il modo di far passare il tempo tra qualche pisolino, i pasti, il diario di bordo e le parole crociate.
Atterriamo a Montréal per lo scalo; molti passeggeri sono stati riproiettati su nuovi voli a causa del ritardo. Ma a noi va bene. C'è tutto il tempo per passare i controlli della dogana canadese, fare tappa bagno, chiamare casa ed è di nuovo ora di imbarcarsi. Il secondo volo, di poco più di 5 ore, trascorre rapido tra un paio di film (ebbene sì, abbiamo gli schermi) e un pisolino. 
Giunte a Vancouver, recuperiamo i bagagli senza dover passare altri controlli doganali e in men che non si dica siamo fuori dall'aeroporto. C'è una luce strana ma non ci facciamo caso. 
Cerchiamo un taxi per raggiungere la nostra casa per la settimana, nella zona residenziale ed ecco che arriva il primo dei nostri suggerimenti. Non siamo abituate a servirci dei taxi quindi è stato un nostro errore, ma sappiate che per le varie zone di Vancouver ci sono delle tariffe prefissate. Assicuratevi di informare il vostro tassista che ne siete al corrente prima di prendere il taxi.

22 agosto 2018
Dopo essere crollate nei letti ieri sera, oggi ci svegliamo pimpanti e pronte a scoprire la città. Prima di avventurarci in centro città, però conosciamo Crystal, la nostra host, che viene a farci visita e a cui abbiamo portato, per mezzo di Rico, un souvenir da Torino 2006, "da una città olimpica ad un'altra". Dopo di che cerchiamo un supermercato per comprare frutta, verdura e altro pianificando a grandi linee i nostri primi giorni qui a Vancity. Ci accorgiamo subito che i prezzi per formaggi, frutta e verdura sono improponibili, quindi scegliamo con oculatezza. Nel supermercato è inoltre possibile acquistare la Compass Card, la tessera da usare per i mezzi pubblici. Una volta riposta a casa la spesa siamo pronte a partire.
Non controlliamo quale dei due bus vicini a casa sia quello che ci serve, ma ci dirigiamo verso la fermata più vicina. Una volta sul bus sorge il dubbio, dopo aver visto il globo di Science World allontanarsi. Chiediamo quindi informazioni e la gentile autista ci dice di scendere in Chinatown e ci dà indicazioni sul nuovo mezzo da prendere. Ci sembra uno spreco però, perciò proseguiamo a piedi verso la nostra meta, che è molto più vicina di quanto ci avevano detto. 
Scienze World è affascinante: già all'esterno è possibile giocare con alcuni esperimenti di diversi settori, quindi possiamo solo immaginare quanto sia divertente all'interno. Suoniamo strumenti realizzati con vecchie boe che ricordano una steel drum, scopriamo la stratificazione del suolo con un modellino e giochiamo con le chiuse in un altro.
Tra un gioco e l'altro, Rico continua a guardarsi intorno sorridendo, ancora non riesce a credere di essere nella città in cui vengono girate alcune delle serie tv che ama di più e che la costruzione di fronte a Science World sia proprio lo STAR Labs di The Flash (anche se in realtà è lo stadio cittadino).
Science World e sullo sfondo lo stadio.
Uno dei numerosi giochi/esperimenti che si trovano vicino a Science world.
Proseguiamo poi attraversando False Creek, finto fiume dove numerosi bambini imparano a stare in equilibrio sulle tavole da surf (ce ne sono anche di attrezzate per chi usa sedia a rotelle), fino a raggiungere Olympic Village Square, dove ci fermiamo per pranzo al Craft Beer Market, edificio storico in cui si lavorava il sale ora adibito a pub e birrificio in cui è possibile trovare quasi 100 diversi tipi di birra. Una volta riempite le pance, proseguiamo la nostra esplorazione ritornando sui nostri passi e seguiamo la costa di False Creek superando lo stadio fino a raggiungere il quartiere Yaletown. 
Qui lasciamo l'acqua alle nostre spalle e ci dirigiamo verso il centro lungo Mainland/Hamilton Street. Entriamo nella corte coperta della Vancouver Public Central Library, dove le vetrate della biblioteca multipiano si affacciano su uno spazio più chiassoso con caffè e negozietti, e usciamo dal lato opposto imboccando Homer Street. Qui veniamo attirate da una cupola, perciò deviamo per visitare Cathedral of Our Lady Of The Holy Rosary, chiesa cattolica in stile gotico il cui interno è decorato con i colori del mare. Il primo impianto della chiesa è datato 1885 ma l'impianto a croce latina con nartece è successivo. Di particolare pregio sono le vetrate e il crocifisso ligneo che, nonostante le apparenze, è del 2015.
L'ingresso della Vancouver Public Library.
Una volta uscite riprendiamo Homer Street, incrociando vie in cui il degrado ci lascia a bocca aperta. Notiamo che, a differenza di altre grandi città in cui le zone povere e degradate sono concentrate in quartieri periferici lontani dal centro, qui si tratta di una questione di vie: puoi passeggiare su una strada ricca di negozi, gente e movimento per poi ritrovarti, spostandosi su una parallela, in una via squallida. 
Raggiungiamo W Cordova Street su cui proseguiamo passando di fronte a Waterfront Station, da cui parte il traghetto per North Vancouver. Giriamo in Howe Street e ci concediamo un caffè e una bibita rinfrescante al Blenz Coffee per poi dirigerci verso Canada Place; costeggiamo il complesso sulla sinistra sino a raggiungere la prua di questa finta nave da cui partono le crociere per il nord del Canada e l'Alaska. Qui sedute, guardandoci intorno, ci rendiamo conto che le sensazioni
di occhi irritanti e odore di legna bruciata nelle narici avute sin dal mattino sono solo una piccola parte della tragedia che il British Columbia sta vivendo. L'aria è rossa e densa di particolato proveniente dai più di 560 roghi che stanno consumando le foreste nell'entroterra. Mai avremmo pensato di assistere ad un simile spettacolo. 
Cielo rosso e fuligginoso sulla terrazza di Canada Place.
Dopo esserci riposate un po', riprendiamo la nostra passeggiata e proseguiamo fino al braciere olimpico che sviluppa l'idea di dialogo e convivenza tra l'acqua dell'oceano e il fuoco olimpico e lo fa in modo assolutamente affascinante. Quindi ripercorriamo W Cordova Street per raggiungere Gastown, area estremamente turistica, dove i negozi di souvenir si susseguono sulle vie di acciotolato e lo Steam Clock gode dell'attenzione indiscussa di tutti i passanti. Gli sfiati di vapore che emette ogni quarto d'ora, mescolati alla musica molto britannica del Big Ben londinese, affascina grandi e piccini, ovviamente anche noi ci lasciamo conquistare dal vapore e dalla musica come delle bimbe. Tra un negozio e una chiacchiera proseguiamo fino a Maple Tree Square dove salutiamo la statua di Gassy Jack, da cui questo sobborgo ha ottenuto il nome. A lui infatti si deve la costruzione del primo pub in quest'area, edificato da alcuni falegnami che accettarono come pagamento "tutto ciò che sarebbero riusciti a bere in una sola visita".
Lo Steam clock.
Precorriamo Carrall Street fino a raggiungere nuovamente Chinatown e E Pender Street, da cui prendiamo il filobus 19 verso casa.

23 agosto 2018
Il programma di oggi prevede la visita dell'immenso Stanley Park, in bicicletta! La notizia ha dell'incredibile soprattutto perché solitamente sono le due pinguine mancanti ad essere più sportive ed avvezze ad avventure di questo tipo. Ma oggi le renderemo fiere di noi.
Usciamo di casa e prendiamo nuovamente il filobus 19 che attraversa tutta Downtown fino al parco. Avremmo dovuto scendere un paio di fermate prima del capolinea, ma ci siamo fatte distrarre da due squadre di bimbi che andavano in gita. Poco male! Sfruttiamo subito una delle aree di sosta del parco e poi ritorniamo a piedi verso Denman Street: qui affittiamo bici e caschi da Jo-E Cycles, un negozio piccolo rispetto ad altri presenti in zona, ma in cui ci troviamo molto bene. Portiamo a mano le bici fino all'inizio del parco (è illegale pedalare sui marciapiedi) e iniziamo il nostro tour rigorosamente in senso antiorario. 
Gita in bicicletta a Stanley Park.
L'anello ciclabile di Stanley Park è lungo circa 8 chilometri, è percorribile in un unico senso di marcia e permette di vedere alcuni dei maggiori punti turistici e panoramici del parco, tra cui i Totem Poles, il piccolo faro di Brockton Point e Siwash Rock. La pista ciclabile costeggia per la maggior parte del tracciato il percorso pedonale ed è talvolta interrotta da attraversamenti. Bisogna ricordarsi di fermarsi nel caso in cui qualche pedone voglia attraversare e al contempo si deve suonare il campanello quando questi occupano la ciclabile. In alcuni punti, inoltre, è obbligatorio portare le bici a mano. Ci sono anche numerose deviazioni che portano verso l'interno del parco su sentieri più stretti ma vale la pena percorrerli per andare a vedere, per esempio, Beaver Lake. In altri tratti le piste costeggiando la spiaggia e, se trovate una bella giornata di sole, vale la pena fermarsi a bagnare i piedi nell'oceano, sapendo che dall'alto i bagnini controlleranno che tutto proceda in sicurezza. 
Totem poles.
Siwash rock.
Una volta raggiunta Secon Beach ci si può rilassare in tutti i modi: piscina con scivoli e campi da golf (a pagamento), parco giochi per i più piccoli e piccoli stalli per rifocillarsi con cibo e bevande. Fate solo attenzione a corvi e gabbiani, o il vostro pranzo potrebbe diventare loro! Una volta scaldate le pance con un ramen bollente (Francesca è stata l'unica coraggiosa a fare il picnic che ci eravamo preparate) continuiamo il tour in bici costeggiando Lost Lagoon e ritornando al punto di partenza. Se ne avete la possibilità dedicate un giorno intero a Stanley Park, godendovi l'interno a piedi e affittando la bici in un secondo momento per fare il giro perimetrale, magari al tramonto!
Restituite le bici torniamo verso il centro percorrendo W Georgia Street e poi W Pender Street, curiosando nei graziosi giardini che decorano i piani terra dei grattacieli o gli spazi tra essi. Ma sorge un problema: Skipper ha la febbre. Si sistema nel comodo divano di un Blenz Coffee su W Pender mentre Rico e Francesca fanno shopping a Gastown e ricaricano le Compass Card a Waterfront Station. Infine, dedichiamo un'ora all'happy hour in compagnia di alcuni familiari (ebbene sì, le connessioni familiari non hanno limiti!) da Joey al Bentall Centre, gustando birre e vini del British Columbia.
Uno dei tantissimi micro giardini tra i grattacieli di Downtown.
Una volta a casa, le viaggiatrici sane cenano pianificando la giornata successiva mentre la pinguina malata crolla nel letto, già sapendo che il giorno successivo non si sarebbe mossa da casa! 


24 agosto 2018
Oggi perdiamo un elemento del gruppo: Skipper, che è ancora un po’ febbricitante, resta a casa a riposarsi e a recuperare le energie per i prossimi giorni. Dopo una colazione leggera in compagnia della nostra malatina, Rico e Francesca partono alla conquista dell’estremità ovest della bella Vancouver.
Prendiamo il bus 22 verso il centro e scendiamo alla fermata E 6th Ave dove, presso la fermata Clark dello Sky Train, cambiamo autobus e prendiamo il numero 84 fino alla fermata Marine Dr. Percorrendo NW Marine drive verso nord attraversiamo il piccolo centro di West Point Grey fino alla spiaggia del Locarno beach park. Da questo momento iniziamo una meravigliosa passeggiata lungo la spiaggia, finalmente la foschia dovuta ai numerosi incendi e le nuvole di umidità si sono diradate, il cielo è limpido e lo spettacolo che la natura ci offre è meraviglioso.

Lo skyline di Vancouver visto da Locarno beach.
Lungo il tragitto attraversiamo piccoli parchi urbani, spesso troviamo delle costruzioni in muratura completamente attrezzate per offrire tutti i servizi necessari a trascorrere una perfetta giornata in spiaggia: bar, toilette, docce, cabine per cambiarsi e assistenza ai bagnanti. Anche se la stagione estiva è terminata e molti punti di ristoro sono chiusi, le toilette sono tutte accessibili e molto pulite.
Continuiamo il sentiero lungo mare fino allo Spanish bank park, da questo punto iniziamo ad inerpicarci per raggiungere nuovamente Marine dr, quando raggiungiamo il punto più alto della nostra arrampicata possiamo ammirare davanti a noi l’isola di Bowen e il fiordo che conduce alle montagne olimpiche.
Bowen island e il fiordo che porta alle montagne olimpiche.
La camminata e il caldo ci hanno stancato quindi decidiamo di avventurarsi nel campus dell’UBC (Università del British Columbia) per cercare qualcosa per rinfollarci, ovviamente ci distraiamo subito!!
Il campus è immenso e ben organizzato, per prima cosa attraversiamo il giardino delle rose; dove fiori dal profumo intenso e dai colori dell’arcobaleno ci affascinano. Poi raggiungiamo il Main Mall e, sempre alla ricerca di un luogo dove sfamarci, ammiriamo la Torre dell’orologio, la Koerner Library e il centro Irving K. Barber.
L'ingresso del centro Irving K. Barber.
Nel frattempo il numero di studenti che incrociamo e che hanno in mano cibo da asporto è aumentato, decidiamo quindi di seguire a ritroso le loro tracce e raggiungiamo l’AMS Nest all’interno del quale l’offerta gastronomica è infinita. Prendiamo due wrap vegetariani da Porch, che gustiamo su una panchina all’aperto. Sfruttiamo il wifi del campus per chiamare Skipper (che è in completa ripresa) e per fare una videochiamata di gruppo con alcune amiche comuni in Italia e in Kenya e ringraziamo la tecnologia che ci consente di condividere questa bella esperienza nonostante i chilometri e i fusi orari.
Dopo esserci riposate, da brave italiane andiamo a prendere un caffè da Starbucks e a curiosare lo shop del campus, dove ci perdiamo tra magliette delle diverse squadre sportive e mille gadget tutti marchiati UBC.
Decidiamo di fare un’ultima visita al Giardino botanico dell’Università, purtroppo il costo e il poco tempo disponibile prima della chiusura ci impediscono una visita approfondita, ma riusciamo ad ammirare le piante dell’ingresso e ad acquistare qualche seme di fiori che la prossima estate allieterà i nostri giardini.
Il giardino botanico dell'Università.
Stanche, accaldate ma molto soddisfatte decidiamo di riprendere il bus per tornare dalla nostra compagna; i numerosi lavori di ampliamento degli edifici vicino alla stazione dei bus ci rendono un po’ difficile il compito, ma non ci lasciamo scoraggiare e finalmente risaliamo sul bus 84 per rientrare a casa, dove sul patio ci aspetta una Skipper ormai completamente ristabilita e un fantastico aperitivo!

25 agosto 2018
Sabato. Le pinguine hanno un importante appuntamento telefonico concordato nei giorni precedenti e sperimentano la videochiamata multipla di whatsapp. Mentre Kowalski e Soldato sono in canottiera, noi contiamo quanti strati mettere per la giornata! Che bello! È stato come essere in vacanza insieme per un momento!
Il cielo grigio non fa presagire nulla di buono e infatti iniziamo la nostra giornata sotto la pioggia, leggera ma continua. Con il 19 ci dirigiamo verso Downtown e scendiamo alla fermata in corrispondenza di Waterfront Station per caricare le nostre Compass Card; proseguiamo poi alla ricerca di un ufficio postale che troviamo in un piccolo supermercato. La prossima meta è la Vancouver Art Gallery ma dato che continua a piovere, cerchiamo di fare un tratto di strada al coperto all'interno di un Mall, nel quale per fortuna i negozi sono ancora chiusi. Anche la Gallery è ancora chiusa, dato che apre alle 10, perciò approfittiamo di una sosta del maltempo per passeggiare in Robson Square che, con i suoi diversi livelli, i giardini, le cascate e la pista di pattinaggio, si dimostra uno spazio urbano interessante e vivibile sia in estate che in inverno.

Vancouver Art Gallery e sullo sfondo l'hotel Fairmont.
Infreddolite cerchiamo conforto davanti ad una tazza di caffè bollente e intanto pianifichiamo come raggiungere la nostra tappa successiva: Granville Island. Optiamo per il bus che ci trasporta dal lato opposto del ponte (siamo sagge: i turisti a piedi su di esso sono sferzati da vento e pioggia) e scendiamo sotto il ponte dove un'insegna colorata dà il benvenuto. L'area è colorata e piena di negozi di ogni genere, ma a noi interessa il mercato coperto, dentro cui si possono trovare prodotti di ogni genere: dal pesce essiccato a quello fresco dall'aspetto invitante (soprattutto salmoni); da enormi cestini di mirtilli a grappoli d'uva a forma di lacrima; da banconi traboccanti di dolci a bancarelle con cristalleria in equilibrio precario. E poi il panorama uscendo dal lato opposto lascia senza fiato! Questo è un posto dove trascorrere una giornata intera! 
L'accesso al mercato di Granville Island.
 
Lo skyline di Vancouver da Granville Island, bellissimo nonostante la pioggia.

Ma non per noi, che abbiamo in programma di assistere ad uno spettacolo del Bard on the Beach, manifestazione che propone testi shakespeariani sia in allestimenti tradizionali che riarrangiati. A scatola chiusa avevamo prenotato già dall'Italia i nostri posti per As you like it (Come vi piace) e insieme ad essi i nostri pic nic box. Il Bard ha una organizzazione spettacolare, non solo il personale, soprattutto quello volontario, è preparato ed estremamente gentile, ma i box che ci hanno consegnato hanno scatenato la curiosità dei passanti. Peccato la pioggia e l'aria gelida, perché non ce li siamo proprio goduti. 
Riguardo allo spettacolo vi dirermo ben poco, perché gli spettacoli sono fatti per essere visti e non raccontati. Tuttavia la compagnia ha presentato una versione dell'opera di Shakespeare ambientata negli anni '60, con un prologo coinvolgente e propedeutico alla storia e le canzoni dei Beatles eseguite live ad arricchire lo spettacolo. Andate! Questo è tutto ciò che possiamo dirvi. E se piove vestitevi bene e portatevi una coperta!

L'ingresso del Bard on the beach.
Al termine fuggiamo via veloci perché vogliamo passare da casa per darci una rinfrescata e posare gli zaini. Infatti a cena siamo invitate al ristorante cinese dagli zii del cognato di Skipper; trascorriamo una serata fantastica, grazie alle pietanze squisite che hanno ordinato da dividere (quella salsa allo zenzero che accompagnava il pollo... mmmmh), alle chiacchiere allegre e all'attenzione di tutti loro, ma in particolare dello zio che si assicurava che avessimo sempre i piatti pieni. Al termine della cena, Brian si offre di portarci a fare un tour notturno di Vancouver! Che fortuna! Riattraversiamo il centro e parcheggiamo vicino a Burrard Street. Lì godiamo del panorama della città dall'alto grazie ad una visita privata sul luogo di lavoro di Brian; poi facciamo una passeggiata sul lungomare, ammirando i grattacielo e Canada Place illuminati. Come ultimo regalo, prima di portarci a casa, andiamo ancora verso Olympic Village Square, da cui ammiriamo lo stadio e Science World illuminati. 
Canada Place.
 

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