24 novembre 2019

Alta Provenza: da Digne-les-bain a Manosque

22 aprile
Partiamo di buon mattino verso il Colle della Maddalena, tra avvistamenti fantasma, da parte di Soldato e Kowalsky, di caprioli, marmotte e stambecchi. Trascorriamo la mattinata in auto tra colli e curve fino a Digne dove ci aspetta la prima agognata meta geologica: un'enorme parete di ammoniti patrimonio dell'Unesco. L'entusiasmo di Soldato è quasi incontenibile, tant'è che sostiamo di fronte alle ammoniti per quasi un'ora... nel frattempo il cielo si rannuvola.
La parete di ammoniti.
Proseguiamo il nostro viaggio per raggiungere Castellane, dove trascorreremo la prima notte. Arrivate in paese ci separiamo nei soliti due gruppetti: le stambecchine, Soldato e Kowalsky, decidono di raggiungere la Chapelle Notre-Dame du Roc, una piccola cappella del 1703 abbarbicata su uno spuntone di roccia che si affaccia sulla piazza del paese. Nel frattempo le pigre Rico e Skipper esplorano il paese, tra vicoli e graziosi scorci, per poi dedicarsi a quel che riesce loro meglio: attendere il resto della truppa con un boccale di birra e una porzione di patatine fritte.
La piazza di Castellane sovrastata dallo spuntone di roccia su cui sorge la Chapelle Notre-Dame du Roc.
L'abitato di Castellane visto dalla Chapelle Notre-Dame du Roc.
Quando il gruppo si ricompatta riprendiamo il nostro mezzo per andare alla ricerca del camping che ci ospiterà in una delle sue mobilhome.


23 aprile
Dopo una nottata abbastanza fresca nella nostra mobilhome, apriamo le tende e... piove! Il tempo perfetto per il programma di oggi.
Tuttavia siamo ottimiste e immaginiamo come potrà risaltare il verde del Verdon con le nubi grigie (quasi nere). Da Castellane ci dirigiamo verso La Palud-sur-Verdon, dove imbocchiamo la deviazione che ci porta a percorrere l'anello della Route de Cretes, una strada con numerose terrazze panoramiche fornite di parcheggio. Purtroppo le condizioni meteorologiche ci sono avverse, vento e pioggia ci impediscono di sostare a lungo. Nonostante ciò lo spettacolo è mozzafiato.
Il canyon del Verdon.
Fate attenzione perché se decidete di andare in questo periodo dell'anno i punti di ristoro lungo l'anello non sono ancora aperti, quindi siamo state costrette a ritornare a La Palud prima di poter fare una sosta rigenerante.
Riprendiamo l'auto e la statale, mentre inizia a spiovere e veniamo premiate per la nostra pazienza quando il fiume Verdon si apre sul Lac Sainte-Croix.
Il lac Sainte-Croix con il suo inconfondibile colore verde smeraldo.
L'ora di pranzo è ormai trascorsa, ma decidiamo di raggiungere Moustiers-Sainte-Marie prima di rifocillarci. Il paese è davvero una sorpresa: tagliato a metà dal Ravin de Notre-Dame, sulla sinistra del torrente parte la scalinata di 460 gradini che conducono alla Chapelle Notre-Dame de Beauvoir, mentre il lato sinistro ospita buona parte del paese. Alle spalle sorgono due rupi a strapiombo tra le quali pende una catena d'oro con una stella al centro.
Il villaggio di Moustiers-Sainte-Marie, tra le due rupi si intravede la stella dorata.
Trovare un locale dove pranzare è abbastanza difficile se, come noi, cercate di stare attenti alle spese giornaliere. Optiamo per una pizzeria-creperia, dove il servizio è abbastanza lento ma si fa perdonare con la qualità del cibo. Solo una di noi sceglie la galette, mentre le altre tre mostrano le loro doti di carnivore gustando due entrecote e una porzione di agnello accompagnati da abbondanti verdure di contorno.
Per digerire il pranzo tardo, Kowalsky e Soldato affrontano la scalinata verso la cappella, mentre Rico e Skipper decidono di procacciare la cena in un favoloso negozio di prodotti locali adocchiato in precedenza.
Salendo i gradini verso la Chapelle Notre-Dame de Beauvoir.
Moustiers vista dall'alto.
Riprendiamo la strada per spostarci verso Manosque, ma scegliamo di percorrere la piana di Valensole per cercare i campi di lavanda, che purtroppo in questo periodo non sono ancora fioriti. La vista è comunque piacevole e consente di immaginare la bellezza dei campi in fiore.
Futuri campi di lavanda nella piana di Valensole.
Arriviamo a Manosque che è quasi buio e la città è abbastanza trafficata. Inoltre, fidandoci del nostro navigatore, finiamo in stradine di campagna strette e senza illuminazione. Riusciamo a raggiungere il nostro alloggio e prendiamo possesso di una graziosa casetta a due piani con giardinetto privato. Si tratta di un vecchio cascinale ristrutturato e suddiviso in diversi alloggi, di fronte al quale si apre un giardino a disposizione di chiunque vi soggiorni. La padrona di casa è molto gentile e disponibile e i suoi due bei cagnoloni ci accolgono festosi.

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